giovedì 24 dicembre 2015

il colore

I colori propriamente detti cromatici o primari sono il rosso, il
giallo e il blu, che insieme ai loro derivati secondari e terziari
esprimono la mutevolezza stessa degli elementi naturali esteriori,
come le piante, la terra e il cielo.
Il bianco, il nero e le relative combinazioni in grigio acromatico
evocano invece l’elemento spirituale interiore, costituito dalla
luce e dal buio.
Le interpretazioni del colore
L’arcobaleno, che deriva dai raggi solari, è composto da
sette colori. L’occhio umano riesce a distinguerne molti di
più: oltre settecento sfumature diverse.
La percezione del colore varia a secondo dell’area culturale e
geografica in cui si vive, la stessa cosa vale per quanto riguarda
la sua simbologia. Dappertutto il colore è strettamente
legato all’ambiente circostante e normalmente è il supporto
delle sensazioni trasmesse dalla natura del luogo.
Per esempio gli esquimesi riescono a vedere la differenza tra
decine e decine di variazioni nascoste nel ghiaccio e nella neve
che li circonda. Queste variazioni che gli eschimesi chiamano con
un centinaio di nomi diversi, sono impercettibili per altri
popoli.
Viceversa i giapponesi sono abituati all’infinita varietà di
colore della natura. Questa varietà è determinata dai
continui cambiamenti climatici che si verificano nel loro paese e
che hanno sviluppato negli abitanti una particolare
sensibilità nei confronti delle numerose tonalità
cromatiche. I giapponesi reagiscono a questo fenomeno in modo
contrastante: da un lato con l’esaltazione di una sgargiante gamma
di colori, come in certi loro tessuti tradizionali, dall’altro
lato, al contrario, con un uso limitato all’ascetico bianco e nero,
come nella pittura Zen

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