I colori propriamente detti cromatici o primari sono il rosso, il
giallo e il blu, che insieme ai loro derivati secondari e terziari
esprimono la mutevolezza stessa degli elementi naturali esteriori,
come le piante, la terra e il cielo.
giallo e il blu, che insieme ai loro derivati secondari e terziari
esprimono la mutevolezza stessa degli elementi naturali esteriori,
come le piante, la terra e il cielo.
Il bianco, il nero e le relative combinazioni in grigio acromatico
evocano invece l’elemento spirituale interiore, costituito dalla
luce e dal buio.
evocano invece l’elemento spirituale interiore, costituito dalla
luce e dal buio.
Le interpretazioni del colore
L’arcobaleno, che deriva dai raggi solari, è composto da
sette colori. L’occhio umano riesce a distinguerne molti di
più: oltre settecento sfumature diverse.
sette colori. L’occhio umano riesce a distinguerne molti di
più: oltre settecento sfumature diverse.
La percezione del colore varia a secondo dell’area culturale e
geografica in cui si vive, la stessa cosa vale per quanto riguarda
la sua simbologia. Dappertutto il colore è strettamente
legato all’ambiente circostante e normalmente è il supporto
delle sensazioni trasmesse dalla natura del luogo.
Per esempio gli esquimesi riescono a vedere la differenza tra
decine e decine di variazioni nascoste nel ghiaccio e nella neve
che li circonda. Queste variazioni che gli eschimesi chiamano con
un centinaio di nomi diversi, sono impercettibili per altri
popoli.
geografica in cui si vive, la stessa cosa vale per quanto riguarda
la sua simbologia. Dappertutto il colore è strettamente
legato all’ambiente circostante e normalmente è il supporto
delle sensazioni trasmesse dalla natura del luogo.
Per esempio gli esquimesi riescono a vedere la differenza tra
decine e decine di variazioni nascoste nel ghiaccio e nella neve
che li circonda. Queste variazioni che gli eschimesi chiamano con
un centinaio di nomi diversi, sono impercettibili per altri
popoli.
Viceversa i giapponesi sono abituati all’infinita varietà di
colore della natura. Questa varietà è determinata dai
continui cambiamenti climatici che si verificano nel loro paese e
che hanno sviluppato negli abitanti una particolare
sensibilità nei confronti delle numerose tonalità
cromatiche. I giapponesi reagiscono a questo fenomeno in modo
contrastante: da un lato con l’esaltazione di una sgargiante gamma
di colori, come in certi loro tessuti tradizionali, dall’altro
lato, al contrario, con un uso limitato all’ascetico bianco e nero,
come nella pittura Zen
colore della natura. Questa varietà è determinata dai
continui cambiamenti climatici che si verificano nel loro paese e
che hanno sviluppato negli abitanti una particolare
sensibilità nei confronti delle numerose tonalità
cromatiche. I giapponesi reagiscono a questo fenomeno in modo
contrastante: da un lato con l’esaltazione di una sgargiante gamma
di colori, come in certi loro tessuti tradizionali, dall’altro
lato, al contrario, con un uso limitato all’ascetico bianco e nero,
come nella pittura Zen
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