giovedì 24 dicembre 2015

sintesi sottrattiva



La sintesi sottrattiva, si riferisce invece ai colori primari dei pigmenti. Una caratteristica della materia, e quindi dei pigmenti, è quella di assorbire in maniera selettiva solo alcune lunghezze dʼonda della luce e di rifletterne le altre. Il colore del pigmento
quindi è determinato dalle radiazioni sottratte alla luce bianca, per questo si parla di sintesi sottrattiva. I colori primari della sintesi sottrattiva sono: il ciano, il magenta, il giallo (C,M,Y). dalla somma di tutti e tre si ottiene il nero. In sintesi sottrattiva, il nero (K) è il risultato della totale sottrazione delle radiazioni colorate riflesse dai pigmenti.

sintesi additiva

Le due forme basilari di mescolanza dei colori sono chiamate ‘additiva’ e ‘sottrattiva’.
La sintesi additiva si riferisce ai colori primari della luce. Questi colori sono: il rosso, il verde e il blu presenti nel mezzo e ai due estremi dello spettro della luce visibile. Miscelati fra loro in proporzioni diverse è praticamente possibile ottenere tutti i colori della gamma spettrale. La somma dei tre colori produce “luce bianca”.

le proprietà fisiche

Il colore è un aspetto della percezione visiva e la sua valutazione avviene in maniera del tutto soggettiva. E’ necessaria dunque una caratterizzazione che consenta di identificare il colore e classificarlo. Solo attraverso un approfondimento sulla teoria del colore si può capire come funziona la sua percezione.
CARATTERIZZAZIONE DEL COLORE
Il colore può essere caratterizzato attraverso tre parametri principali (figura 1):
  1. Tonalità, tinta o cromaticità (Hue) – è un parametro che individua la lunghezza d’onda dominante nell’intervallo dello spettro elettromagnetico nel visibile. La tonalità indica ed identifica il colore di un oggetto (rosso, giallo, blu, etc.) anche per la sua denominazione.
  2. Purezza, saturazione o pienezza (Chroma) – è l’elemento che esprime l’intensità di un colore. Un colore puro è rappresentato da una lunghezza d’onda monocromatica. Uno stesso colore può essere ottenuto con luci diverse (fenomeno delmetamerismo), ma in questo caso la sua saturazione può variare.
  3. Luminanza, chiarezza o brillanza (Value) – esprime l’intensità luminosa nella direzione della visione, quantifica quanto bianco o nero siano presenti nel colore percepito.

il colore

I colori propriamente detti cromatici o primari sono il rosso, il
giallo e il blu, che insieme ai loro derivati secondari e terziari
esprimono la mutevolezza stessa degli elementi naturali esteriori,
come le piante, la terra e il cielo.
Il bianco, il nero e le relative combinazioni in grigio acromatico
evocano invece l’elemento spirituale interiore, costituito dalla
luce e dal buio.
Le interpretazioni del colore
L’arcobaleno, che deriva dai raggi solari, è composto da
sette colori. L’occhio umano riesce a distinguerne molti di
più: oltre settecento sfumature diverse.
La percezione del colore varia a secondo dell’area culturale e
geografica in cui si vive, la stessa cosa vale per quanto riguarda
la sua simbologia. Dappertutto il colore è strettamente
legato all’ambiente circostante e normalmente è il supporto
delle sensazioni trasmesse dalla natura del luogo.
Per esempio gli esquimesi riescono a vedere la differenza tra
decine e decine di variazioni nascoste nel ghiaccio e nella neve
che li circonda. Queste variazioni che gli eschimesi chiamano con
un centinaio di nomi diversi, sono impercettibili per altri
popoli.
Viceversa i giapponesi sono abituati all’infinita varietà di
colore della natura. Questa varietà è determinata dai
continui cambiamenti climatici che si verificano nel loro paese e
che hanno sviluppato negli abitanti una particolare
sensibilità nei confronti delle numerose tonalità
cromatiche. I giapponesi reagiscono a questo fenomeno in modo
contrastante: da un lato con l’esaltazione di una sgargiante gamma
di colori, come in certi loro tessuti tradizionali, dall’altro
lato, al contrario, con un uso limitato all’ascetico bianco e nero,
come nella pittura Zen

il cerchio di Itten

Johannes Itten è stato un pittore, scrittore e designer svizzero dei primi anni del 900, studioso dei colori tanto da crearne un cerchio cromatico, il Cerchio di Itten appunto, per rappresentare i colori puri, o fondamentali, e i loro discendenti dalle mescolanze. E’ ricordato come teorico del colore, egli analizza i colori in base al loro aspetto estetico-comunicativo. Se notate, al centro del cerchio c’è un triangolo che contiene i tre colori fondamentali o primari, che sono il rosso, il giallo e il blu. Dalla mescolanza di questi colori si ottengono i colori secondari che sono subito intorno al triangolo a formare un esagono, e sono il verde, l’arancio e il viola. Intorno chiude il cerchio con 12 colori che sono i primari i secondari e i terziari, cioè gli altri ottenuti da ulteriore mescolanza. Per trovare i colori complementari, secondo Itten, bisogna scegliere un colore e seguire quelli diametralmente opposti che saranno i suoi abbinamenti suggeriti. Ovviamente non tutti concordano con questa soluzione e Itten viene criticato perchè non considera i colori di base che sono il bianco e il nero e che definisce “non colori”. E poi c’è da dire che con l’estro e le proposte innovative degli stilisti e la continua ricerca di studiosi in materia, ricordate il rosa honeysuckle di Pantone? ( un post di gennaio se non erro ), questo di Itten è utile per una prima consultazione, anche se tutti nel mondo dell’arte e della moda conoscono il Cerchio di Itten. Un cerchio di colori e dei loro opposti che si attraggono.


mercoledì 23 dicembre 2015

contrasti cromatici



Prima di vedere i contrasti cromatici bisogna capire cos'è l'armonia cromatica.Armonia deriva dal greco "harmonia" e vuol dire congiungere,comporre. 
In musica è la concordanza di suoni o di voci.Si intende combinazione di elementi(nel nostro caso di colori) che produce effetti piacevoli ai sensi(vista).Quando invece vengono 
accostati due o più colori decisamente differenti si genera un contrasto cromatico.Sotto ci sono due quadri, il primo di Renoir in cui c'è armonia cromatica di colori caldi che danno 
una sensazione di calma e sicurezza.Nel secondo quadro di Warhol c'è un netto contrasto tra colori chiari e scuri,e puri e non puri che danno una sensazione di agressioni alla vista. 

I tipi di contrasto cromatico sono stati classificati da Itten in sette tipi: 
      -contrasto di colori puri 
      -contrasto di chiaro e scuro 
      -contrasto di caldo e freddo 
      -contrasto di colori complementari 
      -contrasto di simultaneità 
      -contrasto di quantità 
      -contrasto di qualità



come percepiamo il colore

Tutto ciò che ci circonda è colore. Di solito di ogni cosa noi percepiamo il colore in senso 
globale: il prato verde, il tetto rosso e così via, senza distinguere tutte le variazioni 
che in esso sono presenti o che si verificano con il variare delle stagioni, delle ore del giorno, 
della luminosità.

La percezione del colore dipende inoltre dalla grandezza dell'oggetto, dalla sua 
distanza e dal rapporto che l'oggetto ha con lo sfondo.

Il colore è luce e nella luce sono presenti tutti i colori. Per rendersene conto basta 
osservare l'arcobaleno: i raggi del sole, passando attraverso le gocce d'acqua sospese 
nell'aria, si scompongono in tanti colori.